Buoni risultati nelle sperimentazioni condotte nel Brain Institute, University of Queensland
Una tecnica a ultrasuoni che rimuove placche tossiche dal cervello, sviluppata da ricercatori australiani, promette di restituire la memoria ai pazienti del morbo di Alzheimer. La tecnologia ha invertito i sintomi della malattia e restituito la funzione della memoria in modelli animali, nelle sperimentazioni condotte nel Brain Institute, University of Queensland. Usando gli ultrasuoni, i ricercatori guidati dallo specialista di demenza senile Jurgen Gotz hanno potuto attivare le cellule microgliali, descritte come "una specie di netturbini", che scandagliano il cervello rimuovendo gli elementi tossici che lo percorrono.
"Il cervello di un paziente di Alzheimer è pieno di amiloidi tossici e normalmente questi netturbini dovrebbero compiere il loro lavoro, ma talvolta non lo fanno", scrive sul sito dell'Università. L'azione degli ultrasuoni li stimola a compiere il loro lavoro, rimuovendo gli amiloidi e così ripristinare la funzione della memoria. Gotz sottolinea che la tecnica non è una piena cura per la malattia, ma una volta sviluppata ulteriormente, permetterà la rimozione delle placche per almeno tre anni prima che sia richiesto un altro trattamento. "Potremo ritardare l'età in cui si svilupperebbe l'Alzheimer. Usando la tecnica in una fase in cui la malattia non è troppo avanzata, questa può essere prevenuta anche in persone predisposte". Per il prossimo anno è in programma presso il Brain Institute una sperimentazione della tecnica a ultrasuoni su un piccolo campione di pazienti.
fonte: ansa
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